Parleremo, con una intervista al mese, con alcune donne protagoniste del settore finanza, che non sembra attirare l’interesse femminile
Perché il 50% delle donne lascia i propri risparmi sul conto corrente? I prodotti finanziari sono customizzati per un target maschile? Che cos’è la finanza comportamentale? È vero che le donne non affascinano la finanza (cit.)? Perché una “Fearless Girl” davanti alla Borsa di New York? Queste e altre domande saranno quelle che rivolgerò alle donne oggi protagoniste del settore finanza. Parleremo, con una intervista al mese, delle donne alle donne per far intendere agli uomini. Uomini, è arrivata la finanza!
Come prima protagonista della rubrica ho deciso di intervistare un’amica di vecchia data, con cui ho passato intere giornate a studiare fin dai tempi del liceo: Loussine Agopian, classe … (non si dice per le signore!), manager presso Cordusio Sim. Non ve la presento oltre, la conoscerete a brevissimo.
Sono Head of Sales Management in Cordusio Sim, società appartenente al Gruppo UniCredit dedicata ai clienti Hnw e Uhnw. La mia attività principale è programmare insieme ad altre funzioni il rilascio di nuovi prodotti d’investimento, monitorare l’andamento commerciale degli stessi e in generale fornire supporto al Ceo nella gestione commerciale della rete di banker. Lavoro in UniCredit da circa 8 anni durante i quali ho avuto modo di interfacciarmi con diversi dipartimenti quali International Tax, CIB e ora il Wealth Management. In precedenza, ho lavorato per circa 3 anni in EY Financial Services.
Sono laureata in Economia aziendale, abilitata come dottore commercialista e revisore contabile e ho alle spalle alcuni master di specializzazione, ma l’interesse per la finanza è nato sul campo, quando ho cominciato a investire i miei soldi. A chi deve scegliere il proprio percorso consiglio di cercare di conciliare studio e lavoro e di fare molte esperienze, lavorative e di vita, per costruire la propria carriera.
Il mondo finanziario è una passione che hai sempre avuto o un possibile percorso che si è delineato durante lo studio e poi l’attività professionale?
Francamente è una passione che si è sviluppata strada facendo. Infatti anche il mio iter professionale non è lineare e trovo in questa non linearità un grande valore, perché mi ha portato ad imparare molte cose, a continuare ad evolvermi, ma anche ad acquisire una notevole consapevolezza di ciò che mi interessa.
Conciliare la gestione di due figli piccoli (e di un marito) con la vita lavorativa non deve essere facile. Ci sveli il tuo segreto?
Fate questa domanda anche agli uomini, vero? In verità ho ben tre segreti: un forte senso pragmatico, un’elevata gestione di liste prioritizzate e un set di valori a cui fare sempre riferimento.
Sei nata e cresciuta in Bulgaria, hai origini armene e sei arrivata in Italia con la tua famiglia quando frequentavi le scuole medie. Reputi questa diversity geografica e culturale un asset per il tuo lavoro?
Credo che maggiore sia stato il confronto con altre culture, maggiore possa essere il valore che si può portare a un’azienda. In generale credo che tutte le esperienze che facciamo siano un asset, purché inquadrate nell’ambito di una rilevante consapevolezza personale.
Perché secondo te non c’è ancora una percentuale paritaria di donne rispetto agli uomini che si interessano di questo settore? Sono le donne che non affascinano la finanza o la finanza che non affascina le donne?
La finanza è biased, le donne che se ne occupano sono poche e gli spazi di crescita sono ancora limitati, seppur la situazione risulti in evoluzione. La finanza non è donna o uomo, lavorare in finanza deve essere per tutti, affinché il nostro Paese possa evolvere e la sua ricchezza possa crescere ed essere gestita propriamente. È prima di tutto un tema culturale, poi un tema di preparazione e in ultimo un tema di accesso al settore e di crescita.
Quali iniziative proporresti, se dovessi strutturare un percorso formativo per rendere più fascinoso il mondo finanziario alle donne?
Ritengo che, affinché un’iniziativa funzioni, essa debba aver luogo all’interno del mondo finanziario stesso, realizzando uno spazio di crescita per le donne che dimostrino valore. Sapere che c’è spazio di crescita è già di per sé una cosa fascinosa per le persone a cui piacciono le sfide. Ergo, farei un’iniziativa formativa in modalità di sfida con tappe e monitoring dei risultati.
Ti chiedo uno slogan per un prodotto finanziario che possa interessare un mondo più femminile.
Le donne come gli uomini sono sensibili al pricing. Un prodotto d’interesse per me come per tutti potrebbe essere caratterizzato da “Sustainable lending for our future”, ovvero assoggettare il lending agli impegni di sustainability del borrower, agganciandolo a Kpi precisi con conseguenze sul pricing se non rispettati (prassi già esistente, ma utilizzata ancora poco). Se io fossi un’imprenditrice davvero impegnata sul fronte Esg andrei a cercare un lending che risulti meno caro.
Il fatto di essere diventata mamma si è riflesso sugli aspetti tecnici del tuo lavoro, dandoti prospettive diverse?
Il fatto di essere diventata mamma ha acuito il mio approccio pragmatico, il problem solving e il bisogno di organizzare i vari momenti della giornata. Al tempo stesso mi ha permesso di intravedere aspetti che non avevo considerato prima e di entrare in empatia con altri genitori in ambito lavorativo.
Finanza comportamentale, che ne pensi?
Credo che le recenti crisi abbiano dimostrato ampiamente che le teorie neoclassiche sono superate, soprattutto laddove non tengono in considerazione le inefficienze di mercato e il fatto che l’essere umano sovente metta in atto pregiudizi cognitivi e processi decisionali non razionali. Penso che le teorie neoclassiche debbano essere per forza integrate con la comprensione comportamentale.
Esiste un lato oscuro della finanza?
Esistono interessi rilevanti, non solo nella finanza. Laddove vi sono interessi rilevanti si possono osservare dinamiche non lineari, ragione per cui la regolamentazione finanziaria è diventata sempre più stringente negli ultimi anni.
Prima di lasciarci e ringraziarti per la tua disponibilità: un consiglio che daresti a tua figlia e poi a tuo figlio se volessero perseguire un percorso professionale come il tuo.
Il consiglio che mi sento di dare ad entrambi è di mantenere un atteggiamento di risolutezza nella strada intrapresa, di non mollare e di avere sempre chiaro l’obiettivo verso il quale si stanno orientando. Tale atteggiamento deve essere coadiuvato da una visione a 360 gradi, che oscilli tra osservazione distaccata e momenti di empatia, in modo da considerare tutte le dinamiche umane dell’ambiente circostante e di poter essere anche in grado di analizzarle.
Grazie Loussine e buon lavoro!
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