Il capogruppo della Lega in commissione Finanze della Camera: “Ll’Italia si pone al pari delle principali economie mondiali in questo settore. Finalmente una carta per attrarre investitori e talenti esteri e per stimolare un ecosistema già radicato e vivace nel nostro Paese”
ra anche l’Italia ha un regolatory sandbox per il fintech. Grazie a un emendamento della Lega al dl Crescita, di cui sono stato relatore, l’Italia si pone al pari delle principali economie mondiali in questo settore. Il regolamento sulla disciplina del Comitato e della sperimentazione è in Gazzetta Ufficiale. Finalmente una carta per attrarre investitori e talenti esteri e per stimolare un ecosistema già radicato e vivace nel nostro Paese che, mediante nuove tecnologie, persegue l’innovazione di servizi e di prodotti nei settori bancario, finanziario, assicurativo”. Lo annuncia in una nota Giulio Centemero, deputato e capogruppo della Lega in commissione Finanze della Camera.
Del tema si era occupata su scala comunitaria già la Commissione Europea, che a settembre aveva adottato il nuovo Digital finance package, un pacchetto di misure per regolare il mercato del fintech che include le strategie sulla finanza digitale e sui pagamenti retail e proposte sulle criptovalute e la resilienza digitale. Secondo Bruxelles, queste misure serviranno ad aumentare la competitività e l’innovazione dell’Europa nel settore finanziario, anche con la promozione delle startup, garantendo opportunità e scelta ma anche sicurezza per i consumatori e protezione della stabilità finanziaria degli Stati.
La strategia per la finanza digitale traccia il percorso verso uno spazio europeo dei dati finanziari. L’obiettivo è rendere i servizi finanziari europei più digital-friendly, ma anche di creare un level-playing field tra concorrenti, siano essi banche tradizionali o società tecnologiche: “Stessa attività, stessi rischi, stesse regole”, si legge nella nota della Commissione europea. Nei pagamenti retail Bruxelles delinea un sistema di pagamenti al dettaglio completamente integrato nell’Ue.
Ma è sulle criptovalute che arrivano le novità più significative: per la prima Bruxelles introduce un regolamento che consentirà agli operatori autorizzati in uno Stato Ue di fornire i propri servizi in tutta l’Unione (“passaporting”), ma con requisiti e “misure di salvaguardia” per gli investitori che saranno particolarmente severi per le stablecoin globali. Non ne viene fatto il nome, ma il riferimento a Libra di Facebook è chiaro.
Anche sulla resilienza digitale del settore finance la Commissione europea tiene conto del nuovo ruolo assunto dalle Big tech con le loro infrastrutture cloud e i loro servizi finanziari, prevedendo, tra l’altro, maggiore supervisione sui fornitori tecnologici.
La Commissione ha anche proposto un regime pilota per le infrastrutture di mercato che desiderano provare a fare traing e settling delle transazioni con strumenti finanziari nella forma di cripto-asset. Viene adottato un approccio “sandbox” – o ambiente controllato – che consente deroghe temporanee alle norme esistenti in modo che le autorità di regolamentazione possano acquisire esperienza sull’uso della tecnologia blockchain nelle infrastrutture di mercato, garantendo al contempo che possano affrontare i rischi per protezione degli investitori, integrità del mercato e stabilità finanziaria
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